In queste difficili giornate è particolarmente importante partire con il piede giusto e noi di Non Profit Factory cerchiamo di mettervi sulla buona strada verso il fundraising con la nostra “pillola” settimanale.
Nelle scorse settimane abbiamo tracciato una road map verso l’efficacia nel fundraising e abbiamo riflettuto su quanto sia importante interrogarsi sui nostri perché.
Il primo obiettivo è cominciare il percorso tracciato verso il fundraising implementando il primo step: analizzare la nostra organizzazione e capire quali possono essere gli strumenti efficaci per farlo. Ma ancora prima di cominciare la nostra analisi, è di fondamentale importanza capire chi dovrebbe svolgere questo lavoro di analisi e come.
Perché una analisi sia efficace, infatti, e possa realmente costituire il primo step di un processo di reale cambiamento e miglioramento delle performance della nostra organizzazione, essa dovrà essere frutto di un lavoro di confronto e scambio tra tutte le anime della nostra organizzazione.
La parola chiave qui è TEAM.
Se quasi sempre, nella nostra vita professionale e privata sappiamo che andare avanti da soli è difficile e molto spesso “non paga”, dobbiamo prendere assoluta consapevolezza che nel fundraising “l’eroe solitario non esiste”.
La strada verso il fundraising è lunga e piena di ostacoli: per arrivare al successo, che è poi l’ottenimento della sostenibilità economica della nostra organizzazione nel tempo in maniera pianificata e monitorata, dovremo apportare dei cambiamenti culturali (sempre) e strutturali (spessissimo) molto profondi all’interno della nostra non profit. Dovremo con ogni probabilità operare delle modifiche nell’organigramma e nei processi organizzativi, introdurre elementi innovativi nella capacità progettuale, nel modo di comunicare e “stare sul mercato”, nel modo di raccontarci e approcciare alla comunità e ai volontari. Come possiamo pensare che una persona, sia pure un professionista super-skillato, specializzato, con tutte le dovute competenze tecniche e trasversali del caso, possa operare da solo un cambiamento di tale portata?
Abbiamo già assunto il nostro super-fundraiser (dipendente o consulente che sia), ma è arrivato il momento di permettergli di dar vita al cuore pulsante del fundraising dentro l’organizzazione: il Comitato di sviluppo o Gruppo di fundraising. Mettiamo intorno a un tavolo, sia pure virtuale, tenendo conto di questo periodo (le possibilità sono molteplici e tutte gratuite: da Skype a Zoom a Team) almeno 5/6 rappresentanti della nostra organizzazione. Il Gruppo potrà avere al massimo 10 componenti, dipende dalle dimensioni dell’organizzazione, che saranno guidati nel loro lavoro, di analisi prima e pianificazione poi, dall’esperto di fundraising. Possiamo introdurre nel nostro Comitato: il Presidente, il Direttore Generale (se è, come dovrebbe essere, una figura differente dal Presidente), almeno un altro membro del CdA, i Responsabili dei vari settori (amministrazione, comunicazione, servizi e progetti…), almeno un operatore, almeno un volontario, almeno un donatore fedele e di lunga data (se ce l’abbiamo).
Solo così ci possiamo assicurare che tutte le anime della nostra organizzazione siano rappresentate e abbiano voce: nell’analizzare, pianificare e decidere le strategie troppo spesso infatti rimaniamo nei piani “alti” scordandoci spesso che, chi ha veramente il “polso della situazione” sono coloro che tutti i giorni scendono in strada e dialogano con la nostra comunità di riferimento. Sono i volontari che fanno i banchetti di raccolta fondi e raccolgono gli umori della gente verso la nostra organizzazione. Sono gli operatori che quotidianamente incontrano i beneficiari e possono essere una fonte preziosissima di storie e di motivazione.
Analizzare la nostra organizzazione non prendendo in considerazione il loro punto di vista sarebbe perdere una ricchezza e anche una fonte di riscontro e feedback inestimabile, vorrebbe dire non tener conto della complessità, delle mille sfaccettature che rendono unica la nostra non profit e anche non avere il contatto diretto con la realtà, con i nostri beneficiari e la comunità.
Vi assicuriamo, in base alla nostra esperienza, che da questi tavoli di confronto e analisi emergono sempre spunti di riflessione preziosissimi. Si scoprono potenzialità, punti di forza ma anche di debolezza che erano lì, sotto gli occhi di tutti, ma che nessuno aveva mai focalizzato.
Si riesce realmente ad iniziare un percorso di crescita che ci avvierà efficacemente verso le mete inesplorate del fundraising.
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Ti interessa imparare ad applicare alcuni strumenti efficaci di analisi, pianificazione, comunicazione e/o fundraising?
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In sintesi
Per chi
a quanti operano in associazioni, fondazioni, cooperative sociali, imprese sociali e in generale in organizzazioni non profit in qualità di dirigenti, responsabili, collaboratori, volontari
Quando
via Skype, di persona (terminata l’emergenza Covid-19)
Come funziona
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